"QUELLO CHE SIAMO" - Edizioni Edikon, Milano 1966
A te
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Mare d'ebano i tuoi occhi,
perle di fuoco i tuoi denti,
cuore con profumo di gardenia
la tua persona.
E affogo
e grido
nel tuo sguardo d'angelo,
grido il mio amore
e canto al tuo cuore
parole splendenti
di solitudine.
[1964]
All'amore
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Ma sogno forse a questa tua visione
senza nube
o forse piango
d'amore; o di miseria,
vinto ogni sigillo
salgo alla tua bellezza.
[1964]
La mia terra
Ombre solcano
attente all'usignolo
ed alle spighe
cedri e ulivi
bui sopra la china.
Raggi incidono onde
movimenti eterni
sfioranti scogli bianchi
di gabbiani.
Il mio cuore
nè ombra nè raggio
piange notti serene,
paure inusitate di solitudini,
matrici, negli occhi
silenziosi,
senza vita, quasi,
e senza amore.
[1964]
Sulle tue spalle
Sulle tue spalle
il tempo
porta sospiri
con alghe e rischi nella notte
senza frantumi
di serpenti o spighe,
alla carezza
del suono tuo respiro.
Quale spalla
più sopporti
nella neve
o nell'intonaco grigio
della foresta,
premuto albero di vita.
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[1965]
Fulcri d'ebano
Fulcri d'ebano
alle parole
sono le gocce
che calde
schiudono agli occhi
il tuo respiro
e in ogni onda
riparano
i canti
alle nostre curve
strade in silenzi di usignolo.
Erbe nascono
e prati che acque
sognano
nella leggera coltre del vento
al nostro amore
che vive
sull'onda dei nostri desideri.
[1965]
Mani congiunte
Muoiono giacigli
al chiaro lume
dei tuoi sonni
e le parole
che ci inseguono
nelle mani congiunte.
Odorano
alla chiara fresca ala
dei nostri fiori
i sorrisi
che uniscono alvei
letti di morte,
nella matrice
e nella presa
parole che sfuggono
alla voce:
sentieri opachi di turbine
poi
del mio usignolo
[1965]
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